Verità ed Errore è una raccolta di scritti e, in certo senso, la summa degli interessi e il risultato di una vita di studi e di ricerche di Adolfo Levi, il quale occupa un posto di rilievo nell’ambito della cultura filosofica italiana della prima metà del nostro secolo, sia come teoreta, sia come storico della filosofia.
‘Errore e verità sono inscindibilmente connessi, chi nega l’errore nega la scienza; chi nega che il pensiero possa ingannarsi, nega ad un tempo che esso possa trovare il vero.’ (Giovanni Reale)
Scrivere una storia dell’errore significa porsi il problema di scrivere una storia della Verità e dei modi per rivelarla, quindi, vuol dire, scrivere, alla fine una storia dell’indagine filosofica. Per questo motivo, il tema dell’errore fu studiato da Levi con grande insistenza, trattandolo nella filosofia greca prima di Platone, in Platone, poi nello stoicismo, nell’epicureismo, in Filone di Alessandria, nello scetticismo e in Plotino. Si occupò anche del problema dell’errore in San Tommaso. E poi scrisse una serie di articoli sul problema dell’errore quale è formulato e svolto nei vari pensatori moderni e contemporanei: in Cartesio, in Spinoza, in Leibniz, in Locke, in Kant, in Rosmini, nel Neocriticismo francese, nella filosofia dell’immanenza, in Windelband.
Tutti questi articoli, citati da Giovanni Reale nella sua Introduzione a Il problema dell’errore in Platone da lui curato e riedito recentemente da Victrix, si trovavano finora dispersi in diverse riviste e vengono qui per la prima volta riuniti ed offerti in un unico volume a completamento dell’opera di Adolfo Levi su questo tema.
L’autore
Adolfo Levi nacque a Modena il 20 Agosto 1878. Fin da giovanissimo, dimostra una intelligenza vivissima ed una particolare predilezione per le ricerche erudite. Laureto in Filosofia, inizia la sua carriera come docente al Liceo, per poi passare, nel 1922, ad insegnare all’Università di Pavia Storia della Filosofia, cattedra che ricoprì fino al 1938, quando venne allontanato per effetto delle leggi razziali. Nel corso di questi anni, si distinse anche come uno dei membri più attivi dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Dopo l’abbandono dell’insegnamento, si dedicò completamente alla ricerca, attività che predilesse fino alla sua morte, avvenuta nel 1948, rifiutando anche la cattedra di Storia della Filosofia offertagli dall’Università di Roma e da quella di Napoli. È noto nel panorama filosofico italiano principalmente per essere stato l’autore di un saggio intitolato Sceptica, pubblicato a Torino nel 1921, ma numerosi sono i saggi pubblicati su varie riviste che spaziano sull’intero panorama di storia della filosofia, così come altrettanto numerosi furono gli importanti contatti che tenne con i filosofi a lui contemporanei, quali Bergson, Taylor, Banfi, Momigliano, Prezzolini, etc… Victrix ha pubblicato il suo Storia della Filosofia Romana.